La memoria: tra neuroscienze e psicoanalisi

Tra neuroscienze e psicoanalisi

14/05/2005 9:00
Catania

Auditorium Monastero dei Benedettini Piazza Dante

Le neuroscienze hanno dimostrato l’esistenza di un doppio sistema della memoria che opera nel nostro cervello: una memoria esplicita o dichiarativa, che permette il ricordo della propria storia autobiografica e che necessita dell’integrità del lobo temporale mediale e dell’ippocampo; una memoria implicita o non dichiarativa, che non necessita di queste ultime strutture e che non permette il ricordo.

La memoria implicita ha varie dimensioni, tra cui particolarmente importanti per la psicoanalisi sono quella procedurale e quella emozionale-affettiva. Queste dimensioni possono riguardare le esperienze relazionali primarie del bambino con la madre e con l’ambiente in cui cresce, presimboliche e preverbali. Un ruolo fondamentale in questa prima relazione è rappresentato dalla voce materna (suo tono e timbro) e dalla componente prosodica del linguaggio. Questi elementi veicolano affetti ed emozioni nella relazione tra madre e bambino e sono alla base dell’attaccamento e delle loro funzioni riflessive. Queste esperienze primarie presimboliche e preverbali possono anche essere traumatiche e si depositano nella memoria implicita a costituire un nucleo inconscio del Sé non rimosso che condizionerà la vita affettiva, cognitiva ed emozionale dell’individuo anche da adulto.

L’inconscio non rimosso potrà essere recuperato nel transfert anche senza il ricordo in virtù delle modalità comunicative del paziente che rimandano alle sue prime relazioni (voce e linguaggio) e attraverso il sogno. Quest’ultimo, in particolare, potrà rivelare aspetti relazionali impliciti della mente del paziente in virtù delle sue capacità trasformative che possono rappresentare simbolicamente esperienze presimboliche e preverbali rendendole verbalizzabili e pensabili.

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